Addio Giorgio Forattini, ha castigato 50 anni di Italia

2025-11-05 HaiPress

Giorgio Forattini è scomparso oggi a

Milano a 94 anni,essendo nato a Roma il 14 marzo del 1931.


Maestro della satira ha messo insieme giorno per giorno un

mosaico fatto di 14 mila vignette,che hanno graffiato

presidenti della Repubblica,Papi,leader e Capi di Stato

stranieri,scandito momenti cruciali della vita pubblica,le

grandi tragedie,il terrorismo politico,le stragi di mafia,

Mani Pulite. Raccontava che le linee-guida della sua lunga

attività erano ''Il principio della libertà e del divertimento''

consapevole di aver fatto arrabbiare tantissime persone con le

sue frecciate.


Forattini ha bersagliato le sue "vittime" trasformando gli

esponenti politici di primo piano nelle figure di una grande

sceneggiata nazionale: Andreotti il multiforme,Craxi come il

Duce con gli stivaloni e la camicia nera,D' Alema in divisa

militare da Hitler comunista,Berlinguer in poltrona in

vestaglia da camera mentre fuori gli operai scioperano,De Mita

con la coppola,Veltroni un bruco,Buttiglione un gorilla,Bossi

come Alberto da Giussano,Prodi un curato di campagna,e così

via. Fanfani pagò,appunto,per la sua bassa statura. ''Ma sono

molto affezionato alle vignette su Spadolini,nudo,innocente

come un putto'',precisava in occasione dei suoi 90 anni in

un'intervista all',riferendosi al leader del Partito

Repubblicano. Ai colpi bassi contro i politici,ha alternato

squarci di malinconia e commozione come la vignetta con la sedia

a rotelle in riva al mare dedicata a Leon Klinghoffer,il

turista americano disabile ucciso e gettato in mare dal gruppo

di palestinesi che aveva sequestrato la nave da crociera Achille

Lauro. Ma sapeva toccare molto in profondità: celebre l'immagine

della Sicilia nella forma di una testa di un coccodrillo in

lacrime,disegnata dopo la morte di Giovanni Falcone. ''La mia

più grande soddisfazione è di aver lavorato sempre con coraggio

e indipendenza e di non aver mai piegato la testa di fronte agli

attacchi che spesso mi hanno creato grossi problemi''.


Quanto all' indipendenza,possono dire molto i suoi passaggi

professionali: il debutto sul mondadoriano Panorama e a Paese

Sera,quotidiano glorioso della capitale nel quale entrò come

grafico; due anni

dopo ''La Repubblica'' e L' Espresso; di nuovo a Panorama,poi

La Stampa,e ancora ''Il Giornale'' di Silvio Berlusconi dal

quale uscì dopo le polemiche seguite a una vignetta sul

Cavaliere in mutande,infine i giornali del Gruppo Riffeser.


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